Khiva

INTRODUZIONE

Khiva è una cittadina di circa 90.000 abitanti della provincia Khorezm, situata lungo la Via della Seta, vicino alla frontiera con il Turkmenistan.

Khiva è stata la prima città dell’Uzbekistan ad esseri iscritta dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità nel 1990, o meglio è stata iscritta Itchan Kala, la città vecchia completamente racchiusa entro le mura, che si differenzia da Dichan Kala, la parte della città sviluppatasi all’esterno delle mura.

Le bellissime ed imponenti mura di Itchan Kala, risalenti al XVII secolo, realizzate in argilla e mattoni, sono fortificate da torri semicircolari che si ergono lungo tutto il perimetro di 2.200 metri. Le mura merlate formano un rettangolo (650m. x 450m.) che circonda e protegge la città vecchia. A metà di ciascun lato si aprono le porte di ingresso a Itchen Kala (Ota Darvoza a ovest, Bogcha Darvoza a nord, Palvan Darvoza a est, Tosh Darvoza a sud).

Tutti i principali monumenti di interesse di Khiva sono situati in Itchan Kala. Essendo racchiusi in un’area pedonale abbastanza raccolta, di fatto una splendida bomboniera, è molto comodo visitarli a piedi.

Ciò che ci colpisce di più di Itchan Kala non è qualche monumento particolare, anche se alcuni sono molto belli, ma il suo contesto urbano complessivo. Siamo catturati e ammaliati dall’armonia che si respira entrando in città, percorrendo le sue vie sature di tradizione, ammirando le linee architettoniche disegnate dal susseguirsi dei suoi edifici storici. Gli edifici e le mura sono stati ristrutturati (e ricostruiti) utilizzando tecniche costruttive e materiali tradizionali, rispettando le architetture originali. La sensazione è di essere improvvisamente immersi in un altro tempo.

Il suggerimento è di prenotare un hotel situato in prossimità delle mura, in modo da raggiungere facilmente a piedi la città vecchia. A nostro parere la posizione migliore è vicino al lato occidentale delle mura, in quanto la porta Ota Darvoza rappresenta l’ingresso principale di Itchan Kala.

All’interno della porta si possono acquistare il biglietto di ingresso alla città vecchia (nel 2017 il costo era di 55.000 som a testa) che dà la possibilità di accedere ad alcuni monumenti (anche se alcuni monumenti o alcune parti di essi non sono incluse, ad esempio la torre di guardia) e l’autorizzazione a scattare fotografie (nel 2017 il costo era di 15.000 som a testa).

Chi ci è stato di recente parla di 100.000 som per l’ingresso. Tenete conto che i prezzi sono in continuo aggiornamento.

I MONUMENTI DA NON PERDERE

Secondo l’Unesco ci sono ben 51 strutture monumentali nella città vecchia. A nostro parere non tutti i monumenti visitabili di Itchan Kala meritano di essere visitati all’interno. In alcuni casi è più interessante ammirarli dall’esterno (inseriti, come parte integrante ed insostituibile, nel meraviglioso contesto urbano), che entrarci per realizzare che si tratta dell’ennesima madrasa sconsacrata convertita in bazar. Di seguito vi presentiamo la nostra modesta selezione. Nell’immagine che segue, generata con Google Earth (e ruotata di circa 90 gradi in senso antiorario per una migliore visualizzazione), potete individuare dove sono collocati i  vari monumenti e il percorso che abbiamo fatto per visitarli partendo dall’angolo di sud ovest all’esterno delle mura dove era localizzato il nostro hotel.

Khiva. What to visit

1 – Statua di Al-Khwarizmi

Appena all’esterno di Itchan Kala, a destra della porta Ota Darvoza, si trova la statua di Abū Jaʿfar Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī (783-850), grande matematico, astronomo e geografo, noto per i contributi fondamentali all’algebra e all’aritmetica. Pare che il termine “algoritmo” derivi proprio dal nome dello scienziato.

Khiva. Statua di Al-Khwarizmi

2 – Porta Ota Darvoza

La porta Ota Darvoza si apre sul lato occidentale delle mura che racchiudono Itchen-Kala. È la porta di ingresso alla città vecchia. Si tratta della porta più antica delle quattro, completamente distrutta durante l’invasione bolscevica nel 1920, è stata ricostruita intorno al 1970. Nell’immagine seguente la porta vista dall’interno delle mura.

Khiva. Porta Ota Darvoza

3 – Madrasa di Mukhammad Amin Khan

Appena entrati dalla porta Ota Davoza, il primo edificio che trovate sulla destra, è la Madrasa di Mukhammad Amin Khan (1845-1855), oggi sede dell’hotel Orient Star Khiva. L’ingresso si trova, salendo una scalinata, appena prima del minareto Kalta Minor. Questa madrasa, la più grande in Khiva, era composta da ben 125 celle (khudjra) per gli studenti poste su due piani. Oggi le celle sono state trasformate nelle camere per gli ospiti. È visitabile il cortile interno, ma la cosa più interessante è la facciata di ingresso, riccamente decorata, molto simile a quella della madrasa Muhammad Rakhim Khan

Khiva. Madrasa di Mukhammad Amin Khan

4 – Minareto Kalta Minor

È forse il monumento più famoso di Khiva. Di certo nel tempo ne è divenuto il simbolo più conosciuto e riconoscibile.  Appena si entra dalla porta Ota Davoza ce lo troviamo davanti. Nella pulizia della sua forma e delle sue decorazioni, è semplicemente magnifico. Con un’altezza di 26 metri, il minareto ha, alla base, un diametro di 14,5 metri ed è completamente rivestito di maioliche smaltate. Nelle intenzioni di Mukhammad Amin Khan, il minareto sarebbe dovuto diventare il più alto di tutta l’Asia centrale , ma alla morte del signore di Khiva, la costruzione fu interrotta e l’opera rimase incompiuta. La cosa più stupefacente è che non sembra affatto un’opera incompiuta, perché è bello così come è e non si finirebbe mai di fotografarlo da tutte le angolazioni possibili.

Khiva. Minareto Kalta Minor

5 – Madrasa Muhammad Rakhim Khan

Proseguendo il cammino, dopo il minareto Kalta Minor, girando a sinistra dopo pochi metri si entra in un ampio piazzale. Alla nostra sinistra si trova l’ingresso della cittadella fortificata Khuna Ark, di fronte sorge un’altra imponente madrasa: quella di Mukhammad Rakhim Khan. Come si può notare dalla foto qui sotto, il portale di ingresso è finemente decorato come quello della madrasa di Mukhammad Amin Khan. Questa madrasa ha un totele di 76 celle (khudjra) per studenti.

Khiva. Madrasa Muhammad Rakhim Khan

6 – Moschea e minareto Djuma

Lasciata la mandrasa si ritorna nella via principale piena di bancarelle molto interessanti. Di fronte si erge maestoso il minareto della moschea Djuma alto 32,5 metri. Lo raggiungiamo ed entriamo nella moschea Djuma, eretta alla fine del diciottesimo secolo sulle rovine di un’altra costruzione. L’atmosfera all’interno è unica, un po’ per la scarsa illuminazione, un po’ per il soffotto basso e piatto, ma soprattutto per le 212 colonne di legno intagliato che rendono unico questo edificio. Esplorate questo edificio per individuare quelle più antiche. Una ventina risalgono ai secoli X-XII e sono decorate con scritte in calligrafia kufi, altre 4 sono decorate con scritte in calligrafia naskhi. La forma e le decorazioni delle colonne danno un’idea dell’altissima qualità dell’artigianato del legno locale.

Khiva. Moschea e minareto Djuma

7 – Complesso Pakhlavan Makhmud

Usciti dalla moschea Djuma, ritorniamo sui nostri passi per qualche decina di metri, poi imbocchiamo una via stretta sulla sinistra dove si aprono vari esercizi commerciali. La percorriamo per un centinaio di metri per poi girare nuovamente a sinistra. Come d’incanto si apre una nuova visione da cartolina di Khiva: una via piena di bancarelle, con mandrase e moschee da una parte all’altra che si chiude sullo sfondo con il minareto Islam-Kodja e la relativa moschea. Niente fuori posto, tutto è lì come deve essere per regalarci un’altra immagine indelebile di questa meraviglia. Percorriamo la strada per una cinquantina di metri e raggiungiamo il complesso Pakhlavan Makhmud, il mausoleo del poeta guerriero, eroe di Khiva, con la sua imponente cupola rivestita di piastrelle blu smaltate. Entrati nel mausoleo, che nel corso del tempo è stato ingrandito, integrando altre costruzioni, ed è diventato il luogo di culto più importante di Khiva, si può ammirare l’interno, completamente rivestito di maioliche e impreziosito da finissime decorazioni, come illustrato nella fotografia che segue. Essendo un luogo di culto attivo, nella visita è opportuno mantenere un contegno rispettoso dei fedeli in preghiera.

Khiva. Complesso Pakhlavan Makhmud

8 – Minareto Islam-Kodja

Il minareto Islam-Kodja domina la città con i sui 56 metri di altezza e costituisce il punti di osservazione più alto di Khiva, anche se non il migliore. A nostro parere, la vista dalla torre di guardia, al tramonto, è decisamente più affascinante. La salita al punto di osservazione è quasi doverosa per il turista, ma, a nostro modesto parere, è molto più fotogenico il minareto dal basso, che non la città vista dalla cima del minareto. Comunque, provare per credere.

Khiva. Minareto Islam-Kodja

9 – Palazzo e Harem Tash-Khauli

Lasciato il minareto Islam Kodja si costeggia la facciata della relativa moschea, si riattraversa la strada principale e dopo alcune decine di metri si gira a destra, costeggiando il muro esterno di un palazzo molto imponente. Si tratta del palazzo  del khan Alla-Kuli. All’esterno si presenta simile ad una fortezza, all’interno si struttura attorno a tre cortili interni. Nella parte nord si trova la residenza del khan e delle sue quattro mogli, il cosiddetto harem, che potete vedere nella foto. Su un lato lungo del cortile rettangolare ci sono le cinque camere del Khan e delle mogli, negli altri lati sono posizionate le residenze riservate a servi e concubine. Nella parte sud si trovano gli altri due cortili: quello dedicato al ricevimento degli ospiti, con una piattaforma rotonda al centro del cortile dove poteva essere montata una yurta, e quello riservato alla corte di giustizia. Le decorazioni in maiolica sono bellissime e avvolgenti (specialmente nel cortile del ricevimento). Disegni policromi impreziosiscono i soffitti, ma sono soprattutto le colonne di legno intagliato a colpire il visitatore, sia per le magnifiche basi di pietra scolpita, sia per le finezze dell’intaglio. A nostro parere, le colonne più belle che abbiamo visto a Khiva.

Khiva. Palazzo e Harem Tash-Khauli

10 – Khuna Ark

Uscendo dal palazzo Tash Khauli si ritorna verso la porta di ingresso Ota Darvoza per visitare, se non lo si è già fatto all’inizio del percorso, la cittadella fortificata Khuna Ark. Da notare all’interno dell’Ark la sala dell’accoglienza Kurinish-khana con un ayvan (loggia) a due colonne finemente decorato da maioliche lungo tutte le pareti e un soffitto impreziosito da disegni policromi. Anche qui, in mezzo al cortile, una piattaforma rotonda permetteva di montare una yurta.

Khiva. Khuna Ark

11 – Torre di guardia

Dalla Kurinish-khana si passa all’harem e da qui si può poi accedere alla torre di guardia. Si tratta del punto di osservazione migliore per realizzare splendide fotografie della parte monumentale della città. Assolutamente da non perdere al tramonto quando gli edifici assumono il colore più intenso.

Khiva. Torre di guardia

12 – Le mura esterne

Le mura che racchiudono Itchan Kala sono imponenti e  maestose. Veramente fotogeniche. La foto che vedete qui sotto è stata fatta nella zona ovest, quasi all’altezza dell’angolo di nord ovest, inquadrando, oltre alle mura anche la torre di guardia.

Khiva. Le mura esterne

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