Konya

La citta dei Dervisci rotanti

Konya è una città di quasi più di 2,5 milioni di abitanti a 1000 metri di altezza situata vicino al fronte sud dell’altipiano anatolico. Nota soprattutto per i dervisci e per essere una delle città più conservatrici della Turchia, Konya è una città strana che merita senz’altro una visita.

KONYA IN MOTORHOME

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Dove pernottare o parcheggiare

Noi abbiamo pernottato nel parcheggio sul retro del Panorama Konya Muzesi. Sicuro, tranquillo e molto comodo per visitare la città. Anche se non vi fermate a pernottare, questo parcheggio rappresenta, a nostro parere, il posto migliore dove lasciare il camper per una visita alla città.

Come muoversi

Noi abbiamo visitato la città a piedi, senza servirci di taxi o di mezzi pubblici. Comunque Konya è ben servita dal trasporto pubblico. Davanti al parcheggio c’è la fermata del tram 151-A che porta fino al parco della collina di Alaeddin.

Un po’ di storia

Konya è considerata uno dei centri urbani più antichi del mondo. Gli scavi effettuati nella collina di Alâeddin nel centro della città hanno portato alla luce un insediamento che risale al III millennio a.C. Secondo un’antica leggenda frigia, Konya fu la prima città a sorgere dopo il diluvio che distrusse l’umanità. Konya, dopo varie dominazioni (greca, romana, araba e bizantina) divenne la capitale del sultanato di Rum, e rappresentò uno dei più importanti centri dell’arte medioevale turca. Su invito del sultano, intorno al 1200 si stabilì a Konya Mevlana Rumi, il mistico sufi che rese Konya il centro del movimento sufi.

Cosa vedere

Da non perdere, la cerimonia dei dervisci rotanti eseguita presso  l’Ä°rfan Medeniyeti AraÅŸtırma ve Kültür Merkezi a fianco del Panorama Konya Muzesi. Noi l’abbiamo vista un venerdì sera dalle 20:30 alle 21:30. Ingresso gratuito. Questo centro culturale è anche sede di alcuni interessanti laboratori di artigianato.

Nella mappa sottostante si possono vedere gli altri punti di maggiore interesse della città. Dal parcheggio del Panorama Konya Muzesi si può attraversare l’immenso cimitero di Konya (che merita senz’altro una visita) per arrivare al Mausoleo museo di Mevlana. Da lì si prosegue per la moschea Sultan Selim, vicinissima, molto scenografica dall’esterno. Dalla moschea si prende la via principale, Mevlana Cd. e si raggiunge il parco della collina per visitare la moschea di Alaeddin, in cima alla collina. Scendendo in direzione nord si arriva al museo della ceramica (Medresa Karatay). Girando in senso antiorario intorno alla collina, si arriva al museo degli intagli in pietra e legno. Proseguendo in senso antiorario si arriva all’estremo sud del parco della collina, dove inizia la città vecchia. Da qui attraverso dedali di stradine si può raggiungere la Medresa Sircali (chiusa quando siamo passati noi) e quindi il Bazaar all’aperto. Rientrando verso il parcheggio merita una visita il monumento ai caduti.

I luoghi di interesse di Konya (immagine Goggle Earth)

LA CERIMONIA DEI DERVISCI ROTANTI

La cosiddetta danza dei dervisci rotanti non è uno spettacolo folcloristico, ma una cerimonia religiosa dal rituale ben preciso. Se vedete una persona vestita di bianco che danza ruotando su un palchetto in un ristorante di Istanbul o all’angolo di una strada a Konya, non state assistendo ad una cerimonia dei dervisci. Semplicemente state assistendo ad un surrogato turistico che svilisce un rituale molto più serio, complesso ed emozionante.

La cerimonia dei dervisci rotanti è stata introdotta come forma di meditazione da Jalaluddin Rumi, mistico e poeta sufi, nel XIII secolo. Rumi, nato in Persia, su invito del sultano selgiuchide si era stabilito a Konya, allora capitale dell’impero selgiuchide. Digiunava, mediava e poi danzava per raggiungere uno stato di illuminazione senza pari. Rumi ha fondato l’Ordine Mevlevi che ha diffuso la sua danza, chiamata sema, in tutto l’impero.

I dervisci indossano vesti bianche con ampie gonne (tennure), che rappresentano i sudari del loro ego. Sulla testa indossano alti cappelli di pelo di cammello chiamati sikke, che simboleggiano le lapidi del loro ego. All’inizio della cerimonia, i danzatori indossano un lungo mantello scuro (hirka), che rappresenta la vita mondana o la tomba del loro ego.

La cerimonia segue un rituale ben preciso definito nel corso dei secoli ed è accompagnata da musica eseguita dal vivo da una piccola orchestra. La cerimonia è strutturata fondamentalmente in quattro parti.
La prima consiste nella recitazione del Nobile Elogio (naat-ı şerif), una lode al Profeta Maometto. Questo è seguito da un tema musicale eseguito dal solo flauto (ney).
Nella seconda parte i dervisci rotanti si recano nei luoghi indicati dal capo derviscio ed eseguono il giro di Veled. In questa fase i dervisci indossano il mantello e seguono in processione un percorso circolare.
La terza parte costituisce il vero e proprio nucleo del sema.
Nel servizio che inizia dopo il Giro di Veled, i dervisci rotanti si tolgono lentamente i mantelli, liberandosi così dalle cose mondane ed iniziando il loro percorso verso l’illuminazione. Mentre i dervisci ruotano, le gonne delle loro vesti si alzano, diventando una sorta di cono circolare. Il capo derviscio si muove tra di loro, assicurandosi che mantengano la giusta distanza l’uno dall’altro. Oltre al capo derviscio c’è una persona che dirige la cerimonia. È chiamata Post-nişîn, e si trova ad un’estremità del palco (dove è posizionato un vello rosso) a recitare preghiere. Secondo la tradizione il sema rappresenta il sistema solare perché il luogo in cui viene eseguito è rotondo, il Post-nişîn è considerato il sole, il capo derviscio la luna e i dervisci i pianeti. Questa parte della cerimonia è composta da quattro saluti (selam): il primo selam descrive come gli esseri umani accettano il loro status di esseri creati, il secondo selam l’estasi provata quando si confronta con il potere onnipotente di Dio, il terzo selam la trasformazione dell’estasi al potere di Dio in amore, e il quarto selam come gli umani tornano a servire.
La quarta parte del sema
conclude la cerimonia con la lettura del Corano e le preghiere. I dervisci lasciano il palco accompagnati dalla musica.

Per ulteriori approfondimenti sulla cerimonia e cultura sufi, vi suggeriamo di visitare i seguenti siti:

LA CITTÀ

Il cimitero

Il cimitero di Konya è vastissimo. Essendo posizionato tra il parcheggio dove si lascia il camper e la moschea Sultan Semet, vale la pena attraversare i suoi lunghi vialetti ombreggiati e ricchi di spiritualità per raggiungere il centro. Nel cimitero si possono notare alcune tombe dove la data di nascita è secondo il calendario giuliano, mentre la data di morte è secondo il calendario gregoriano, adottato in Turchia solo nel 1926 (in Italia fu adottato nel 1582). Così si vedono tombe dove il defunto è nato, ad esempio, nel 1333 ed è deceduto nel 1976. Non è vissuto 643, semplicemente è nato prima del passaggio ed è morto dopo.

Mausoleo di Mevlana

Il Mausoleo di Mevlana è il monumento funebre di Rumi Mevlana, fatto erigere nel 1274. Oltre alle tombe di Rumi, del suo maestro e di alcuni parenti e discepoli, il mausoleo contiene anche alcuni abiti di Mevlana e oggetti legati alla cultura di Mevlana, quali manoscritti e oggetti d’arte. Gli altri edifici che compongono il complesso museale, come la loggia e la fontana, sono stati costruiti nel XVI secolo. Purtroppo durante la nostra visita l’iconica e conica cupola verde del Mausoleo era impacchettata per restauri. Per approfondimenti, visitate il sito muze.gov.tr.

Sultan Selim Camii

La costruzione della moschea Sultan Selim risale alla seconda metà XVI secolo. Tipica moschea in stile ottomano con due minareti e un portico frontale sormontato da sette piccole cupole. Al momento della nostra visita era in corso un convegno internazionale di autorità religiose mussulmane. Così non abbiamo potuto vedere l’interno.

Alaeddin Camii

Si tratta della moschea più importante e venerata della città. Si trova in cima ad una collinetta posizionata al centro di Konya, circondata da un grande parco. Fonti datano una prima costruzione nel 1155. La moschea è stata ingrandita tra il 1219 ed il 1235 ed ha subito varie ristrutturazioni nel corso dei secoli successivi.

Medresa Karatay (Museo della piastrelle in ceramica)

Questa medresa (o madrasa), costruita nel 1251, oggi è la sede del museo della ceramica. I reperti esposti non sono di particolare interesse turistico. Mirabile è il portale, in marmo, decorato con iscrizioni e decorazioni geometriche e floreali. Interessanti anche le pareti del cortile, la sua cupola e quella dell’iwan principale, tutte ricoperti di maioliche decorative. Il biglietto di ingresso costa 20 TL. Per approfondimenti, visitate il sito muze.gov.tr.

Museo degli intagli in legno e pietra (Ince Minare Medresa)

La datazione esatta della costruzione di questa medresa non è certa. Si sa che è stata costruita nel XIII secolo. Oggi ospita il museo degli integli in pietra e legno. Notevole il portale di ingresso. Il minareto è stato ricostruito nel 1901 dopo che era collassato sulla cupola, danneggiandola, a causa di un fulmine. Come nella medresa Karatay, anche in questa la cupola è ricoperta internamente da piastrelle decorative. Il biglietto di ingresso costa 20 TL. Per approfondimenti, visitate il sito muze.gov.tr.

 

Bazaar all’aperto

Si tratta di una zona della città costituita da viuzze perpendicolari, piene di negozi. Ogni tipologia di prodotto ha la sua zona. Ad esempio, c’è la zona delle calzature, dei gioielli, dell’abbigliamento. Si trova a poche centinaia di metri dalla moschea Sultan Selim.

Monumento ai martiri della guerra di indipendenza

Si trova a fianco del cimitero in Aslanlı Kışla Cad., tra Panorama Konya Müzesi e il Mausoleo di Mevlana. Molto ben organizzato e solenne, vale la pena una breve visita, al rientro al parcheggio dal centro città.

Passeggiando per la città

Altre immagini catturate mentre passeggiavamo per la città.

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